(CESPAS) La democrazia senza valori diventa totalitarismo

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La UE “condanna” pro life e contrari a unioni gay


News di CESPAS 09/2005 30-11-2005
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Il vento del “politicamente corretto” spira molto forte a Bruxelles: a metà novembre è finito in una colluttazione il tentativo di impedire al Parlamento Europeo una mostra fotografica intitolata “Vita e bambini in Europa”, organizzata dalla Lega delle Famiglie Polacche (LPR) e da alcuni eurodeputati polacchi. La mostra presentava fotografie con testi che riportavano frasi dei Papi e di Madre Teresa di Calcutta in cui si sostiene che “l’aborto è la maggiore minaccia alla pace mondiale: se a una madre è consentito di uccidere suo figlio chi ci impedirà di ucciderci l’un l’altro?”. Alcuni eurodeputati socialisti hanno cercato di sospendere la mostra con il pretesto che alcune delle foto non erano state autorizzate, circostanza negata dagli organizzatori. E’ finita con un parapiglia e la rimozione forzata della mos! tra. Successivamente attivisti dell’International Planned Parenthood Federation (IPPF) e dei Catholics For a Free Choice (organizzazione abortista sedicente cattolica) hanno raccolto firme tra gli eurodeputati per un documento di protesta da presentare al presidente del Parlamento Europeo, iniziativa chiaramente intimidatoria nei confronti di chiunque voglia difendere il diritto alla vita nelle sedi istituzionali europee. Un secondo caso riguarda il deferimento all’ufficio di presidenza del Parlamento europeo dell’ex eurodeputato polacco Wojciech Wierzejski, membro della Lega delle Famiglie Polacche (LPR) e tra gli organizzatori lo scorso giugno – quando era ancora eurodeputato – di una “Parata della Normalità” a Varsavia in risposta a una marcia dell’orgoglio gay svoltasi la settimana prima. A Wierzejski, attualmente deputato al Parlamento polacco, si contesta sia l’organizzazione della Parata sia alcuni giudizi ! negativi da lui dati pubblicamente sulle pretese di uguaglianz! a delle relazioni omosex. In questo caso è da notare la determinazione con cui – su questi argomenti – l’Europarlamento persegue i deputati per opinioni espresse al di fuori delle sedi istituzionali europee. L’ufficio di presidenza dell’Europarlamento si è già occupato della vicenda lo scorso 4 luglio ma ha ritenuto di procedere impegnando i servizi della Direzione generale a stendere una relazione che viene discussa in questi giorni.