Budapest 1956. Antologia di documenti

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Sandro Chierici (a cura di), Budapest 1956. Antologia di documenti, Itaca, Castelbolognese (Ravenna) 2006, pp. 168, € 10.

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Il volumetto curato da Sandro Chierici, da molti anni attivo nel campo dell’editoria cattolica milanese, offre una selezione di documenti per meglio capire la realtà e il senso della sfortunata insurrezione anti-comunista di Budapest, scoppiata giusto cinquant’anni or sono, nell’ottobre del 1956.
L’antologia è stata realizzata in occasione della mostra Budapest 1956. La rivoluzione. Reportage fotografico di Erich Lessing, presentata alla XXVII edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli di Rimini fra il 20 e il 26 agosto del 2006.
Possiamo così accedere al testo dell’appello che il cardinale József Mindszenty, da pochi giorni rimesso in libertà dagli insorti — il suo liberatore, un ufficiale dell’esercito (fra l’altro un Pallavicini trapiantato in Ungheria), pagherà in seguito il gesto con la condanna a morte —, indirizzò alla nazione alla vigilia dell’irruzione definitiva in Ungheria dei carri armati sovietici, un discorso che, manipolato, fu preso a pretesto per giustificare l’invasione.
Così pure, possiamo leggere i numerosi e accorati moniti ed esortazioni che il Pontefice Pio XII rivolse in quei giorni al mondo, affiancato dai vescovi italiani, fra i quali si segnala il manifesto che l’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI, alla vigilia della festa di Cristo Re, il 26 ottobre, fece affiggere ai muri della città chiedendo ai cattolici ambrosiani vigilanza, orazione e impegno a sostenere gl’insorti.
Una cronologia e una silloge delle prese di posizione sia di parte comunista sia dell’intellettualità italiana in genere, insieme a una breve bibliografia completano l’utile volumetto, arricchito altresì da una selezione di poesie dei massimi poeti ungheresi sul tema della libertà della nazione e dell’insurrezione.
Oscar Sanguinetti

Messaggio del Papa al Presidente dell’Ungheria per l’anniversario dell’insurrezione di Budapest

A Sua Eccellenza

Il Signor László Sólyom

Presidente della Repubblica di Ungheria

Il 23 ottobre del 1956 il coraggioso popolo di Budapest dovette confrontarsi con il proprio desiderio di libertà, a fronte di un regime che perseguiva fini difformi dai valori della Nazione ungherese. E’ ancor vivo nella memoria il ricordo dei tragici eventi che provocarono, nel giro di pochi giorni, migliaia di vittime e di feriti, destando nel mondo grave turbamento. Risuonarono allora forti le accorate considerazioni del mio venerato Predecessore il Papa Pio XII, il quale, attraverso ben quattro vibranti interventi pubblici, chiese con insistenza alla Comunità Internazionale il riconoscimento dei diritti dell’Ungheria all’autodeterminazione, in un quadro di sostanziale identità nazionale, che garantisse la necessaria libertà. Volentieri aderisco alle varie iniziative programmate per commemorare un così significativo evento, quanto mai importante per la storia del Popolo ungherese e per l’Europa. E proprio per questo ho chiesto al Decano del Collegio cardinalizio, il Signor Cardinale Angelo Sodano, sino a poco tempo fa mio Segretario di Stato, di partecipare a mio nome alle celebrazioni e di rendersi interprete degli intimi sentimenti che albergano nel mio cuore nel 50° anniversario dell’insurrezione di Budapest.

Signor Presidente, nel domandarLe di voler accogliere il mio Legato a Latere, il Signor Cardinale Angelo Sodano, con la stessa deferenza con la quale accoglierebbe me, colgo volentieri l’occasione per sottolineare la millenaria intesa che anima i rapporti tra la Sede Apostolica e il nobile Popolo ungherese. Al tempo stesso, mi piace rilevare come il Suo Popolo, Signor Presidente, nonostante le oppressioni subite lungo i secoli, e da ultimo quella sovietico-comunista, abbia sempre tenuto nella giusta valutazione il rapporto fra Stato e cittadino, al di là di ogni ideologia. Secondo la visione cristiana, a cui si sono ispirate le popolazioni che hanno dato vita alla Nazione ungherese, la persona con le sue legittime aspirazioni morali, etiche e sociali precede lo Stato. La struttura legale dello Stato e la sua giusta laicità sono sempre state concepite nel rispetto della legge naturale tradotta negli autentici valori nazionali e, per i credenti, arricchita dalla Rivelazione. L’auspicio che di cuore rinnovo è che l’Ungheria possa costruire un futuro libero da ogni oppressione e condizionamento ideologico.

Signor Presidente, mentre Le domando di annoverarmi tra quanti fanno grata memoria di un evento storico di così grande rilievo, auspico che esso sia motivo di provvida riflessione sugli ideali e sui valori morali, etici e spirituali che hanno costruito l’Europa, di cui l’Ungheria è parte. Possa il Suo Paese, Signor Presidente, continuare a farsi paladino di una proposta di civiltà basata sul rispetto della persona umana e sul primato dei suoi alti destini.

Maria, la Magna Domina Hungarorum, santo Stefano, santa Elisabetta e gli altri santi che annovera la nobile Terra di Pannonia continuino a vegliare sulle legittime aspirazioni del Popolo ungherese. Io assicuro la mia spirituale vicinanza e, in segno del mio costante affetto, imparto a Lei e ai Suoi Compatrioti una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 7 ottobre 2006

BENEDICTUS PP. XVI

Cari amici nel mese di ottobre si festeggia la Regina del Santo Rosario. In questo stesso mese cade il 50° anniversario dell’insurrezione del popolo della cattolica Ungheria contro il più totalitario sistema sociale della storia umana. Per celebrare queste due ricorrenze, Totus tuus è lieta di offrire in dono ai suoi utenti registrati un documento storico di straordinaria importanza:
Memorie
del Card. Joszef Mindszenty (1892-1975)
Principe Primate d’Ungheria
Le modalità per scaricarlo gratuitamente sono quelle consuete; lo trovate nella sezione "Storia – socialismo".