(Avvenire) Un segno di speranza anche dall’Olanda

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Dopo 400 anni ritorna nella capitale dei Paesi Bassi la processione per le vie.


Una tradizione antica:la città ha conosciuto un miracolo eucaristico avvenuto nel 1345


E ad Amsterdam dopo secoli torna la processione


Gianni Santamaria


Avvenire 11 Giugno 2004

 Il “digiuno” è stato lunghissimo: più di quattro secoli. Per la precisione 426 anni. Ma finalmente domenica Amsterdam celebrerà la prima processione del Corpus Domini dal 1578, anno in cui la Venezia del Nord aderì alla Riforma calvinista. Da allora era stata proibita. Anche la processione che in marzo veniva celebrata in ricordo di un miracolo eucaristico avvenuto in città nel 1345 aveva subito fino all’Ottocento la stessa sorte. E pensare che la festa del Corpo e Sangue di Cristo è nata proprio in ambiente nordico, a Liegi, nel vicino Belgio.



Il digiuno durato fino a oggi forse non stupirà: in fondo ci troviamo nella laicissima Olanda, in gran parte refrattaria a ogni visione religiosa del mondo e della vita. Dove i cattolici sono il 31%, i protestanti il 21% e ben il 40% non professa alcuna religione. Dove, però, a rigore, insieme alla secolarizzazione, vige la massima tolleranza. «Dopo la modifica della legislazione avvenuta nel 1989 sono state permesse manifestazioni religiose in pubblico», ha spiegato al settimanale cattolico nazionale Katholiek Nieuwsblad un sacerdote dell’Opus Dei, l’opera che regge la parrocchia di Nostra Signora cui si deve quest’anno il ripristino del rito. E qualcuno forse storcerà il naso, tanto che il prete si è sentito in dovere di aggiungere che non si tratta né di «una provocazione», né di un «segno di trionfalismo», bensì semplicemente di una «continuazione della tradizione eucaristica di Amsterdam». La processione, che sarà guidata da Joseph Punt, vescovo di Haarlem – sotto la cui giurisdizione ricade anche la capitale dei Paesi Bassi – avrà, infatti, come motto Amsterdam, città dell’Eucaristia.




La tradizione affonda le sue radici nella prima metà del XIV secolo. Nel 1345, infatti, un uomo pio, ammalatosi gravemente, chiese il viatico. Gli accadde di rigettare e, secondo le prescrizioni del sacerdote che lo aveva comunicato, i familiari bruciarono il vomito con quanto di sacro conteneva. Il mattino seguente una donna che era andata a ravvivare il fuoco vide l’ostia intatta tra le fiamme e la prese senza bruciarsi. L’ostia girò per varie mani, compiendo prodigi, finché non venne portata in processione alla vicina chiesa. La casa del malato venne trasformata in una cappella, nella quale l’ostia miracolosa fu trasferita e che dal 1360 divenne luogo di pellegrinaggi.




Un manoscritto proprio di quell’anno descrive il rito popolare che si teneva il primo mercoledì dopo la festa di san Giorgio: in testa al corteo marciavano le gilde professionali con i gonfaloni e le statue dei patroni, poi venivano i bambini con altre statue di santi, un uomo a cavallo che rappresentava il santo guerriero che trascinava un “drago”, poi ancora bimbi, tre schiere della guardia nazionale, monaci, preti e, infine, il sacerdote con l’ostia miracolosa in un ciborio d’argento sotto un baldacchinio riccamente decorato, portato dai quattro borgomastri di Amsterdam.




Nel 1452 la particola rimase ancora una volta intatta tra le fiamme, stavolta di un incendio che distrusse la Santa Stanza, come era detta la cappella. Ne fu costruita una nuova, circondata da una chiesa. Vi si recarono tantissimi pellegrini in cerca di guarigione. Tra quelli a cui fu accordata ci fu nel 1480 anche l’arciduca Massimiliano, più tardi imperatore.




Dopo il 1578 – che precedette di un anno l’indipendenza dalla Spagna – più niente, ci fu un ricambio a tutti i livelli tra protestanti e cattolici, detto Alteratie. La processione fu abolita e il tempio finì in mano protestante e nel 1910 venne distrutto. Ma la secolare tradizione della processione non si spense del tutto. Nel periodo della proibizione molti la celebrarono al chiuso, in clandestinità, oppure percorrendo individualmente il percorso dell’antica processione. Con l’emancipazione dei cattolici nel XIX secolo iniziò una tradizione che dura tuttora il mercoledì seguente il giorno del miracolo, 12 marzo: il “pellegrinaggio in silenzio”, che si concl ude con la Messa in una parrocchia cittadina.