(Avvenire) Un milione per la famiglia

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L’INTERVISTA
«L’esecutivo ha fatto promesse mai mantenute. Ora la società è uscita allo scoperto, non la si può ignorare»

«Adesso Zapatero ci ascolti»


Il Foro della Famiglia: va protetta l’istituzione, senza discriminazioni Eduardo Hertfelder: le unioni omosessuali abbiano una propria legislazione, differente da quelle etero


Da Madrid Michela Coricelli


«A partire da domani, il governo non potrà continuare ad ignorare il movimento familiare come ha fatto finora». Secondo Eduardo Hertfelder, presidente dell’Istituto di politica familiare – una delle principali associazioni che confluiscono nel Foro della Famiglia – la protesta di Madrid produrrà «un punto di svolta».
Quali sono i vostri obiettivi?
Abbiamo chiesto reiteratamente una riunione con il governo, che non ci è stata concessa. Questa domanda non potrà più essere disattesa. In secondo luogo, pensiamo che finalmente sarà visibile una forza finora in ombra: quella delle famiglie. Lo stesso movimento familiare si renderà conto dell’importanza della presenza pubblica per la difesa dei suoi diritti, assumerà coscienza, e potrà servire da punto di riferimento per altri paesi dell’Europa e dell’America latina.
Che risposta vi aspettate dal governo?
Chiediamo tre cose, e siamo certi che, se ha un po’ di buon senso, il governo ci seguirà. Primo: che ascolti la voce delle famiglie. Vorremmo una riunione con il presidente e con i ministri per affrontare i problemi delle famiglie spagnole. Secondo: desidereremmo che tutte le promesse elettorali a favore delle famiglie – dagli aiuti economici all’osservatorio, dalla riduzione dell’Iva a quella dell’Irpef – vengano finalmente compiute. In 16 mesi non ne è stata realizzata nemmeno una. In terzo luogo, chiediamo che vengano ritirate e riviste le leggi sulla accelerazione del divorzio e l’equiparazione del matrimonio omosessuale a quello eterosessuale.
Quest’ultimo punto sarà difficile: la legge dovrebbe essere approvata definitivamente a fine mese…
Ma se il governo non rettifica si produrrà una rottura fra il potere politico e la società. In quel caso, l’esecutivo, coscientemente, deciderà di legiferare dando le spalle alle richieste delle famiglie. Il nostro non è un discorso politico, vogliamo solo che si rispetti la Costituzione e che i poteri pubblici proteggano le famigl ie.
La manifestazione ha il sostegno anche del Partito popolare: non vedete rischi di strumentalizzazione politica?
Il nostro movimento, in passato, ha criticato anche il Partito popolare quando era al governo e non elaborava politiche a favore della famiglia. Siamo apartitici nel modo più assoluto. Nel movimento vi sono famiglie che votano il Psoe naturalmente, anche se – teoricamente – il Pp è stato più sensibile. Fra di noi vi sono diverse sensibilità politiche, perché la famiglia non è una questione ideologica. La famiglia è nata molto prima dei partiti politici.
C’è chi dice che questa sia la manifestazione della Chiesa…
No, è il movimento familiare che scende in piazza. L’istituzione della Chiesa difende, come noi, la famiglia, ha la stessa sensibilità sull’argomento. Ma la manifestazione è aconfessionale.
Per altri è una manifestazione contro i diritti degli omosessuali…
No: è in difesa della famiglia. Il governo deve proteggere quest’istituzione. Non bisogna chiamare nello stesso modo cose che hanno un’essenza differente. Noi non diciamo questo è buono, quello è cattivo. Ma il tentativo di equiparare l’unione omosessuale con il matrimonio va contro la famiglia. Che le unioni abbiamo una loro legislazione, ma non vengano chiamate matrimonio.