(Avvenire) Santità, la speranza di una nuova Europa

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Santiago, la santità «valore fondante» della nuova Europa


La proposta controcorrente dell’arcivescovo Angelo Comastri nella catechesi tenuta ieri ai giovani italiani


Dal Nostro Inviato A Santiago De Compostela Matteo Liut


Ad ogni angolo di Santiago in questi giorni sta nascendo un pezzo della nuova Europa. Ogni strada si è trasformata in occasione di festa, di incontri, di discussioni. Capita così di incrociare un gruppo che viene dalla Russia stupito dell’accoglienza e del calore dimostrato dalla gente della città, o ancora dei ragazzi che animano la piazza ballando in costume tradizionale. Ma svoltando in un vicolo può succedere di trovare ai tavolini, fuori da un piccolo locale, un gruppo di responsabili che lavorano per la stesura della «Carta dei Giovani europei», il documento finale del pellegrinaggio che a settembre sarà presentato anche al Papa a Loreto. E la sera, la città dell’apostolo, diventa vivace con le manifestazioni in strada. Come l’incanto delle luci che a tarda notte animano la facciata dell’antica cattedrale. La Pej si sta dimostrano sempre di più un «laboratorio della fede» dal quale giungerà una mano giovane, capace di superare gli antichi confini. Un laboratorio aperto fatto di colori e di volti diversi, di assemblee e di tavole rotonde, ma anche di preghiera e di canti, di entusiasmo e di allegria condivisa. Il clima giusto per dar vita a un nuovo continente fatto di più voci. Un coro al quale ieri mattina si è aggiunto Angelo Comastri, arcivescovo prelato di Loreto, che ha tenuto la catechesi per i pellegrini italiani nella chiesa di San Pelagio, un antico edificio dove i rumori della confusione dei giovani in strada arriva attutito e lontano. «Ho scritto a voi, giovani, perché avete vinto il maligno (1Gv 2,12). Vivere da santi, per costruire in Europa la civiltà dell’amore» è stato il tema sul quale ha riflettuto l’arcivescovo-prelato di Loreto. Un simbolo, su tutti, ha fatto da filo rosso all’intervento: la conchiglia del pellegrino, che da sempre i compostelani portano legata al bordone, segno di libertà e della scelta di intraprendere il pellegrinaggio alle radici della propria identità. «Con questa conchiglia gli antichi pellegrini attingevano alle fo nti durante il cammino – ha sottolineato Comastri -. Oggi è tempo di immergere questa nostra conchiglia, la nostra libertà, nell’acqua vera: l’amore di Dio». Gli sguardi dei presenti si fanno attenti quando l’arcivescovo racconta di Madre Teresa, del suo essere grande restando fra gli ultimi, o dell’umiltà contagiosa di Giovanni XXIII, che commosse uomini di tutte le religioni. Legge un passo di Alberto Marvelli, che verrà beatificato a Loreto e che rappresenta una «gioventù realizzata», e ricorda la forza delle parole di un piccolo frate di Pietrelcina, padre Pio. Figure storiche, che aiutano a capire come vivere nel presente l’amore reso manifesto dall’opera di Gesù Cristo. «La santità deve essere un valore fondante dell’Unione europea, al pari della solidarietà – ha dichiarato Comastri prima della celebrazione eucaristica -. Una volta purificata dall’idea che i santi si ritirano dal mondo, essa si traduce per tutti in un’umanità pienamente realizzata. Un obiettivo cui anche le istituzioni civili e politiche devono tendere». La mattinata degli italiani si conclude con la Messa, durante la quale Comastri ricorda la santità di Edith Stein, che nel campo di concentramento ha portato l’amore di Cristo dedicandosi fino alla fine agli altri. Proprio il 7 agosto del 1942 veniva vista l’ultima volta sul treno che l’avrebbe portata al forno crematorio. Per costruire la nuova Europa a Santiago i giovani imparano a guardare indietro, all’eredità che raccolgono. Una lezione che i pellegrini hanno celebrato ieri sera durante la veglia al Monte de Gozo, dove hanno manifestato l’intenzione di spendersi in prima persona per un continente fondato sulla speranza. E in quanto a speranza i giovani, a Santiago, hanno dimostrato di essere dei veri maestri. Tocca all’Europa ora dare loro ascolto.


Avvenire 8-8-2004