(Avvenire) Ratzinger: La pace dei cristiani

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Fin dai primi tempi i credenti hanno costruito spazi di riconciliazione fra gli uomini: un intervento di Ratzinger

La pace dei cristiani

16-2-2003 Non più separazioni fra schiavi e liberi, greci e barbari, giudei e pagani:in un mondo diviso e violento così s’impose, per la prima volta nella storia, un’altra via

Di Joseph Ratzinger

S’intitola «Il Dio vicino» il nuovo volume del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in libreria da domani per le edizioni San Paolo (pagine 164, euro 12,50). Dal libro, che raccoglie riflessioni incentrate soprattutto sull’eucaristia e sulla devozione popolare, anticipiamo il capitolo dedicato al tema «La pace che viene dal Signore».

La grazia e la pace di Dio, nostro Padre, e di Cristo. Questo è il compito del sacerdote e del vescovo: invocare sempre su questo tempo la grazia e la pace del Signore. Si tratta dapprima di un invito pienamente umano, che siamo tra di noi uomini di grazia e di pace, uomini non sempre pronti ad accusare, che a un certo momento sanno anche tirare una riga conclusiva, che non guardano ai conti non saldati fino in fondo, che non lasciano crescere in sé il veleno del risentimento, ma sanno «passarci sopra» e cominciare daccapo.
La parola greca che sta per «grazia», charis, vie ne dal termine «gioia» e significa, allo stesso tempo, essere lieti, gioia, ma anche bellezza, compiacimento, simpatia. Dove c’è questo: lasciare una buona volta da parte quel che forse potremmo ancora pretendere, cominciare daccapo, dimostrare una magnanimità di cuore che non tiene nascosto qualcosa in qualche angolo della memoria riservandolo per un tempo successivo, lì cresce la gioia, lì scaturisce la bellezza, lì la bontà viene a rischiarare il mondo, e nasce la pace. È pur vero che per questo la volontà e l’agire umano ultimamente non bastano; e che il sacerdote non è mai solo un predicatore morale. Egli annuncia quel che noi uomini non possiamo dare: la nuova realtà, che da Dio viene a noi in Cristo e che è più che parola e proposito. Dietro l’espressione «pace» la Chiesa antica ha inteso il mistero dell’eucaristia.
Pace è ben presto divenuto uno dei nomi del sacramento eucaristico, poiché in esso accade davvero che Dio ci si faccia incontro, che ci renda liberi, che, benché siamo colpevo li, ci accolga nelle sue braccia, si doni a noi. E mentre ci conduce a sé nella comunione del suo corpo, ci conduce nello spazio stesso del suo amore, ci nutre con lo stesso pane e dona a ciascuno di noi anche dei fratelli. L’eucaristia è la pace che viene dal Signore. (…)
All’inizio della storia cristiana i credenti erano un piccolo gruppo marginale, ininfluente in campo politico. Essi non potevano cooperare attivamente a dar forma alla cosa pubblica. Tuttavia la pace di Cristo non era per loro qualcosa di puramente interiore né che riguardasse solamente il futuro. La prima parola che il Risorto aveva rivolto ai suoi discepoli confusi, era stata: «La pace sia con voi» (Gv 20,19). In ogni adunanza eucaristica si ripeteva per loro l’evento della sera di Pasqua. Il Risorto entrava tra i discepoli e diceva loro: «La pace sia con voi». In questa loro celebrazione della Pasqua, in cui la Chiesa conduceva la sua vita, essi sperimentavano che è vera la parola dell’Apostolo: Cristo è la nostra pace (Ef 2,14). Qui essi incontravano il nuovo ambito di pace che la fede aveva aperto: la riconciliazione di schiavi e liberi, di greci e barbari, di giudei e pagani (cfr Gal 3,28). Qui essi, che nella società di allora erano profondamente divisi, erano una sola cosa, anzi, un Unico, l’uomo nuovo Gesù Cristo, che li legava tutti l’uno con l’altro (cfr. Gal 3,17.28).
Per questo la celebrazione eucaristica veniva spesso detta semplicemente «pace»: essa era infatti la presenza di Cristo e, quindi, lo spazio di una pace nuova, lo spazio di un’amicizia che superava tutti i confini, dove ciascuno era a casa propria. I vescovi di tutto il mondo mostravano con delle lettere di amicizia la loro scelta. Chi arrivava da qualche parte con una di queste lettere come cristiano, era dovunque in famiglia, fratello tra fratelli. Proprio con la dimensione più profonda della loro fede, con l’adunanza eucaristica, i primi cristiani hanno realizzato qualcosa di significativo anche sul piano pol itico : hanno creato spazi di pace e, allo stesso tempo, hanno costruito dei percorsi di pace in un mondo senza pace.