(Avvenire) I presepi italiani in mostra a Mosca

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Cristiani uniti davanti alla Grotta


Anche la benedizione del patriarca ortodosso Alessio II sulla mostra di presepi italiani da ieri nella basilica del Cristo Redentore a Mosca Quella ispirata da san Francesco è una forma di devozione che non fa parte della tradizione orientale


Dal Nostro Inviato A Mosca Lorenzo Rosoli

Il leader dell’ortodossia russa, in uno dei luoghi più emblematici della sua confessione, ha concesso il suo paterno abbraccio ad una delle espressioni più caratteristiche della devozione cattolica e della cultura popolare italiana. Ha infatti la benedizione di Alessio II, «patriarca di tutte le Russie», la mostra di presepi italiani inaugurata ieri sera a Mosca nel Museo della Cattedrale del Cristo Salvatore, alla presenza di varie autorità tra le quali il nunzio apostolico nella capitale russa, Antonio Mennini che ha portato il saluto e la benedizione di Benedetto XVI. Lo ha annunciato Gheorghij Martinov – sacerdote della cattedrale ortodossa rasa al suolo da Stalin e riedificata nei secondi anni ’90 -, il quale ha preso la parola nell’aula delle adunanze sinodali della cattedrale, presentando la mostra curata da Francesco Sisinni, presidente del comitato scientifico dell’iniziativa, e organizzata dalla Fondazione internazionale «Accademia Arco» con vari partner tra i quali il Patriarcato ortodosso di Mosca e il Pontificio Consiglio della cultura.
Alla presentazione c’erano anche il ministro per le Attività produttive, Claudio Scajola, e il presidente dell’Ice (l’Istituto italiano per il commercio estero), Umberto Vattani. La mostra dei presepi italiani, infatti, «porta a compimento l’anno di iniziative «Italia in Russia» dedicato alla promozione delle relazioni economiche e produttive tra i due Paesi – ha spiegato Scajola -. Ma i nostri rapporti sono anche artistici e culturali. Con questa mostra vogliamo portare un messaggio di bellezza, dialogo e pace in un mondo globalizzato così pieno di conflitti».
Allora: quale tema migliore del presepe? Quasi una ventina, quelli giunti dall’Italia a Mosca, storici e contemporanei, provenienti da diverse regioni italiane – dalla Sicilia alla Lombardia, dal Napoletano all’Alto Adige -, testimoni di molteplici scuole, tecniche e sensibilità.
Li unisce l’eloquenza semplice della più genuina religiosità popolare, ca pace di narrare, in forma tridimensionale e scenografica, il mistero sublime dell’Incarnazione di Dio. Una storia che prese il via con san Francesco d’Assisi, nella notte di Natale del 1223, e che da allora si è diffusa in tutta Italia, e non solo.
«Il presepe è l’epifania del bello – scandisce Sisinni -. Un’espressione di amore che partecipa gioia». E che può alimentare l’amicizia e il dialogo tra i popoli e le confessioni religiose. Sottolineano questo aspetto proprio gli interventi, nel catalogo della mostra, di Alessio II e del cardinale Paul Poupard. «La mostra – scrive il patriarca ortodosso – evidenzia il solido legame fra la tradizione religiosa e la cultura popolare ed offre un contributo significativo allo sviluppo dei rapporti tra il cristianesimo dell’Est e il cristianesimo dell’Ovest – tra Russia e Italia -, riportandoli entrambi alla comune radice cristiana». Poche pagine dopo, ecco l’auspicio del presidente del Pontificio Consiglio della cultura: «Che questa significativa manifestazione, anche grazie ad una numerosa partecipazione dei visitatori, contribuisca a promuovere il dialogo tra i «due polmoni», tra le due grandi tradizioni culturali e religiose dell’Europa e della Chiesa, accomunate dalle stesse radici cristiane».
Al termine della cerimonia d’inaugurazione un presepe, opera di Giuseppe De Tommasi, è stato donato da Cna-Confartigianato alla Cattedrale di Cristo Salvatore. E se da cosa nasce cosa, chissà che i presepi italiani non possano aiutare la Russia a rivitalizzare i suoi vertep rappresentazioni popolari della natività, realizzate come spettacoli di burattini in piccoli teatri mobili, quasi del tutto scomparse sotto il regime sovietico e riscoperte solo in anni recenti.


Avvenire 9-12-2005