(Avvenire) Formare i musicisti per eliminare lo spontaneismo musicale

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IL CANTO DELLA FESTA
Iniziativa comune della pastorale giovanile e del settore nazionale per la musica sacra

Quelle sette note per intonare la domenica


laboratorio In corso a Loreto un incontro per far riflettere i giovani animatori liturgici In preparazione al Congresso di Bari Don Parisi (Cei): occorre formare musicisti e garantire loro un ruolo attivo nelle diocesi


Da Roma Mimmo Muolo


Una chitarra, tanta buona volontà e, spesso, poco di più. Per molti dei giovani che tutte le domeniche animano la Messa nelle parrocchie italiane sembra questa l’unica dotazione “di base”. Tutto il resto è solo un optional. E, invece, il trinomio “giovani, musica e liturgia” è uno dei luoghi, in cui più che in altri campi, si esprime il protagonismo giovanile nelle comunità ecclesiali. Dunque, perché lasciarlo ad una sorta di spontaneismo “anarchico”?
Parte da questa constatazione il laboratorio “giovani, musica e liturgia”, in corso in questi giorni al Centro “Giovanni Paolo II” di Loreto, su iniziativa del Servizio Cei per la pastorale giovanile e del settore Musica Sacra dell’Ufficio liturgico nazionale. Un’esperienza «di riflessione, di studio, e di creatività – spiega don Alessandro Amapani del Servizio Cei per la pastorale giovanile – che ha lo scopo di aiutare i giovani, particolarmente coloro che si dedicano all’animazione musicale della liturgia, a comprendere e a vivere con più competenza e fedeltà il servizio svolto ogni domenica».
Proprio per questo, per l’iniziativa, giunta quest’anno alla seconda edizione (e che si affianca al master di livello diocesano costituito dal Coperlim), è stata scelta la forma del laboratorio, con larghi spazi lasciati alla sperimentazione di quello che i relatori e gli esperti invitati hanno trasmesso come indicazioni fondamentali ai venti allievi, provenienti da altrettante diocesi. E il tema scelto per questa edizione è la Messa del giorno del Signore, in sintonia con l’iter di preparazione al prossimo Congresso Eucaristico nazionale di Bari.
Il laboratorio è stato aperto da una relazione di Roberto Mancini, dell’Università di Macerata, sull’aspetto antropologico della domenica (“giorno dell’uomo”). Quindi altre due comunicazioni sulla struttura della celebrazione e sui canti liturgici (quest’ultima, tenuta da don Antonio Parisi, responsabile nazionale del settore). Il confronto con due compositori, Francesco Buttazzo e Marco Frisina, è servito ai giovani allievi a comprendere come nascono i loro canti e come la musica liturgica può animare la Messa.
Infine i laboratori: uso degli strumenti nella logica della musica d’insieme (Pierangelo Ruaro); come si dirige un’assemblea liturgica (suor Elisabetta Massì); come si prepara una celebrazione (suor Miriam Manca). «I giovani presenti – sostiene don Amapani – hanno dimostrato il desiderio e la capacità di approfondire la teologia di quello che celebrano ogni domenica. E certamente questo lavoro di formazione continuerà anche in futuro».
Così come proseguirà anche il cammino del Coperlim, il Corso di perfezionamento liturgico-musicale, avviato da diversi anni e finalizzato alla formazione dei responsabili diocesani di musica liturgica. Finora, ricorda don Parisi, vi hanno preso parte 225 giovani, 66 dei quali si sono già diplomati. «Stiamo tessendo una rete tra le diocesi – dice il sacerdote musicista – Occorre ora garantire a questi musicisti un ruolo attivo nelle loro diocesi, per mettere a disposizione della comunità ecclesiale ciò che hanno imparato».


Avvenire 24-7-2004