8 aprile. Domenica di Pasqua

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Commento al Vangelo – Pasqua di Risurrezione del Signore

Una donna ha preceduto gli Evangelisti

La verità più importante del Vangelo è stata annunciata, in prima battuta, da una donna, Maria Maddalena: lei è stata il primo araldo della Risurrezione di Gesù. Dio l’ha scelta per il suo fervido amore a Gesù.

Don João Scognamiglio Clá Dias, E.P.
fondatore degli Evangeli Praecones
courtesy of
http://www.salvamiregina.it

 

 

 

  Vangelo

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti (Gv 20, 1-9).

 

I – Vittoria di Cristo sulla morte

"Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto…"

Sarebbe sufficiente questo amore infinito del Padre per il Suo Unigenito perché si operasse la Sua risurrezione, tuttavia, oltre a ciò ha concorso per questo la luce della giustizia divina, conformemente a quanto scrive San Tommaso d’Aquino: A questa spetta esaltare quelli che si umiliano a causa di Dio, come dice San Luca (1, 52): "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili". E visto che Cristo, per il suo amore ed obbedienza a Dio, si è umiliato fino alla morte in croce, era necessario che Egli fosse esaltato da Dio fino alla risurrezione gloriosa.

Colti da adorazione, ancora una volta ci è stato possibile seguire liturgicamente nel corso della Settimana Santa, quanto la morte abbia avuto un’apparente vittoria sul calvario. Tutti coloro che passavano di là, potevano constatare la "sconfitta" di Chi tanto potere aveva manifestato non solo nelle innumerevoli guarigioni operate, ma anche nel Suo camminare sulle acque o nelle due moltiplicazioni dei pani.

I mari e i venti Gli obbedivano e persino i demoni erano, per sua volontà, stanati ed espulsi. Quello stesso che tanti miracoli aveva prodigato, era stato crocifisso tra due ladroni e, di fronte alle Sue estreme sofferenze, quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!" (Mt 27, 39-43).

Tuttavia, il modo in cui era stata rimossa la pietra del sepolcro e la scomparsa delle guardie, erano di per sé, una prova sensibile di quanto era stata sconfitta la morte, conformemente a quanto lo stesso San Paolo commenta: "La morte è stata ingoiata dalla vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? (1Cor 15, 54-55). I fatti successivi hanno reso ancor più palese la trionfante Resurrezione di Cristo e per questo i prefazi della Pasqua cantano successivamente:

"Morendo, ha distrutto la morte, e, risorgendo, ci ha dato la vita" (I). " La nostra morte è stata redenta dalla sua e nella sua resurrezione è risorta la vita per tutti" (II). "Immolato, già non muore; e morto, vive eternamente" (III). "E, distruggendo la morte, ci ha garantito la vita in pienezza" (IV).

Queste frasi costituiscono una sequenza di affermazioni che proclamano la vittoria di Cristo non solo sulla propria morte, ma anche sulla nostra. Egli è il capo del Corpo Mistico ed essendo risuscitato, recherà necessariamente la nostra rispettiva risurrezione, poiché questa ci è garantita dalla Sua presenza nel Cielo, nonostante siamo, per ora, sottomessi all’impero della morte. Paradossalmente, il sepolcro violentemente aperto a partire dal suo interno, ha dato alla morte un significato opposto, questa è passata ad essere il simbolo dell’ingresso nella vita, poiché Cristo ha voluto "distruggere con la sua morte colui che aveva il dominio della morte, cioè il demonio", e così liberare coloro che "erano soggetti a schiavitù per tutta la vita" (Eb 2, 14).

L’anima di San Paolo esulta di gioia di fronte alla realtà della Risurrezione di Cristo. In essa, proprio come lui stesso ci dice, troviamo il nostro trionfo sulla morte: "e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Cor 15, 22); "… Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti" (1Cor 15, 20-21).

Nella Risurrezione vediamo, inoltre, realizzata da Gesù, la profezia che Egli stesso aveva fatto poco prima della Sua Passione: "Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori" (Gv 12, 31). Di fatto, il compimento, propriamente detto, di questa profezia era iniziato durante i quaranta giorni di ritiro nel deserto ed è continuato passo dopo passo lungo la Sua vita pubblica espellendo i demoni che incontrava nel cammino, per giungere all’apice nella Sua Passione: "avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo" (Col 2, 15).

In seguito, non solo il demonio, ma il mondo stesso è stato sconfitto: innumerevoli pagani hanno cominciato a convertirsi e mo lti hanno sacrificato la loro vita per difendere la croce, animati dalle luci della risurrezione del Salvatore. In funzione di questa, hanno cominciato ad essere accolti nel Corpo Mistico tutti i battezzati che, rivitalizzati dalla grazia e senza smettere di restare inclusi nel mondo, hanno reso perpetuo il trionfo di Cristo: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo" (Gv 16, 33). Si tratta, pertanto, di una vittoria ininterrotta, che mantiene il suo rifulgente splendore intatto come nel giorno della Sua risurrezione, senza venire mai diminuita. Con la redenzione, Cristo ha sigillato le porte del seno di Abramo dopo aver liberato, dal suo interno, le anime che lì aspettavano l’ingresso nel piacere della gloria eterna.

"Hæc est dies quam fecit Dominus. Exultemus et lætemur in ea!" 2

Queste sono alcune considerazioni che meglio fanno comprendere perché la Pasqua della Risurrezione è la festa delle feste, la solennità delle solennità, poiché il mistero in essa presente, è dei più importanti per la storia della cristianità, proprio come afferma San Paolo: "Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede" (1Cor 15, 14).

Per questo, nei primordi della Chiesa, questo periodo era considerato il più importante dell’anno intero. I fedeli si pigiavano nella Basilica di San Giovanni in Laterano per assistere alle cerimonie ed era molto comune, tra loro, il saluto con la formula dell’"Alleluia!". Oggigiorno, col progressivo sbiadimento delle maestose commemorazioni che hanno marcato i secoli, purtroppo si è deteriorato il sapore della grande importanza delle solennità pasquali.

La gioia che sarà la nota dominante di questa celebrazione si farà presente nei canti, nei paramenti, nell’incenso e nella stessa liturgia. Sebbene tutte le Domeniche dell’anno siano dedicate al Signore, fin dai tempi più antichi la Chiesa ha celebrato con giubilo speciale quella della Risurrezione; e tale è il suo gaudio da farlo prolungare per cinquanta giorni consecutivi, come commentava Tertulliano: "Sommate tutte le solennità dei gentili, e non arriverete ai nostri cinquanta giorni della Pasqua" 3.

Inoltre, possiamo affermare che la Risurrezione è la festa della nostra speranza, per il fatto che vi troviamo non solo lo straordinario trionfo di Cristo, ma anche il nostro proprio, perché se Lui è risorto dai morti, lo stesso succederà a noi. E’ in vista di questo futuro nostro trionfo che fin d’ora ci è fatto l’invito ad abbandonare le affezioni a questo mondo, senza guardare indietro, fissando la nostra attenzione agli assoluti celesti, come ci consiglia l’Apostolo con queste parole selezionate per la liturgia di questa Domenica, nella sua seconda lettura: Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria (Col 3, 1-4).

Il legato di fede che ci è stato lasciato da Gesù e dagli apostoli su questo fondamentale avvenimento escatologico è corroborato da queste parole di San Tommaso d’Aquino: Nel vedere resuscitare Cristo, che è il nostro capo, speriamo di resuscitare anche noi. Così è come si dice: "Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?" (1Cor 15, 12) 4.

E qui si trova un’altra meraviglia a promuovere l’esultanza del nostro istinto di conservazione. Questo istinto avrà la sua piena realizzazione alla fine dei tempi, fornendoci una vera ed eterna felicità, garantita dallo stesso Cristo Risorto.

 

II – "Dio lo resuscitò il terzo giorno, permettendo che apparisse a noi…" 5

 

Maria Maddalena: colei che più fermamente amava il Signore

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

Per amore, nulla è impossibile, ha detto Santa Teresina del Bambino Gesù. Maria Maddalena viveva inebriata d’amore per Gesù e per questo non poteva contenersi dal desiderio di adorare e profumare il Suo sacro corpo. Si è svegliata di primo mattino e servendosi della luminosità argentea della luna, si è diretta al Santo Sepolcro: Non c’è dubbio che Maria Maddalena era colei che più fervidamente amava il Signore tra tutte le donne che Lo avevano amato; così, non è senza motivo che San Giovanni fa menzione solamente a lei, senza nominare le altre che con lei sono andate, come assicurano gli altri Evangelisti 6.

San Giovanni, oltre ad aver scritto questo racconto molto dopo gli altri Evangelisti, deve essere il più obiettivo nell’affermare che il Sole non fosse ancora spuntato. A questo riguardo, vari sono i commenti come, per esempio, quello di San Gregorio: A ragione si dice: ‘Essendo ancora buio’, perché, in effetti, Maria cercava nel sepolcro il Creatore dell’universo, che lei amava, e, non avendoLo trovato, ha immaginato che Lo avessero trafugato, e di conseguenza ha trovato le tenebre quando è arrivata al sepolcro 7.

Bell’esempio per noi. Maddalena cercava l’adorabile corpo di Gesù giacente nel sepolcro, a noi è stata concessa l’immensa grazia di riceverLo vivo e nel Suo stato di gloria. Ma noi, possediamo la medesima ed impegnata sollecitudine e devozione nel cercare Gesù nell’Eucaristia, appena ci svegliamo?

San Matteo narra con maggiori dettagli gli antecedenti dell’arrivo di Maddalena al tumulo del Signore, menzionando il terremoto dovuto alla discesa di un angelo, col fulgore di un lampo, a muovere la pietra, e al conseguente svenimento delle guardie, per puro terrore (cfr. Mt 28, 2-4).

Araldo della buona novella della Resurrezione

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!"

Pietro e Giovanni rappresentano l’autorità e l’amore, la forza del governo e della carità. Maddalena va da Pietro e Giovanni, nell’angustia che si era impossessata di lei alla vista del sepolcro aperto, per cercare direzione e sostegno. È una donna che molto ha amato il Signore, ma che si riconosce incapace di giudicare e decidere sulla questione gravissima che i suoi propri occhi avevano portato allo spirito. Per questo cerca la luce del consiglio e il sostegno della carità. Nei nostri dubbi, soprattutto in ciò che riguarda le questioni della fede, ricorriamo ai buoni uffici di coloro che di lei sono i custodi nati,e che per loro gerarchia saranno le nostre guide, e con amorosa sollecitudine sosterranno il nostro spirito 8.

Per una determinazione divina, la predicazione del Vangelo dal suo nascere, compete agli uomini. La Storia registra alcune poche, ma commoventi eccezioni come questa contenuta nel presente versetto. Si tratta della prima e fondamentale verità del Vangelo; per comunicarla agli apostoli, Dio non sceglie un angelo e neppure un uomo. È Maddalena ad essere l’araldo della buona novella della resurrezione del Signore. In seguito, si ripeterà questa evangelizzazione attraverso altre sante donne.

Molto a proposito afferma Sant’Agostino: "Ama et quod vis fac" (Ama e fa’ quello che vuoi). In quest’atto di "imprudenza", nell’andare al sepolcro del Signore – ancora di primo mattino, senza preoccuparsi delle guardie, né della pietra da rimuovere, non considerando che si trattava di un’azione contraria alla legge civile e contraria, persino, alla stessa legge naturale – queste donne stanno compiendo un altro precetto: un comandamento dell’amore, ossia, nella pratica realizzano già le parole dettate da Cristo. In loro, tutto si perdona per il fatto di agire per puro amore. L’amor proprio è assente dalle loro anime. Nell’incontrare Dio attraverso il vero amore a Gesù Cristo, Suo Unigenito, Egli stesso prende su di Sé l’incarico di pulire le macchie tanto comuni alle azioni compiute dalla natura umana decaduta, trasformandole da imperfette e imprudenti, in opere di santa e meritoria audacia.

Per questo, San Giovanni, nel narrare l’avvenimento, non ha privato la donna di questa gloria, né ha ritenuto indecoroso che [i due apostoli] ricevessero per intermediazione di lei la prima notizia. Basta la sua parola, perché essi vadano con molta sollecitudine a verificare il sepolcro 9.

Maddalena pronuncia la sua informazione facendo uso del verbo al plurale: "…e non sappiamo…", fatto questo dimostrativo di quanto la descrizione si armonizza con quella degli altri evangelisti, infatti San Giovanni cerca di completare il racconto fatto da loro. Maddalena, pertanto, era accompagnata dalle altre sante donne.

Arrivo di San Pietro e San Giovanni

Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.

I due apostoli si trovano nella situazione di dover verificare un avvenimento così drammatico e insolito. Secondo San Gregorio, Pietro e Giovanni rappresentano, dal punto di vista mistico, rispettivamente la Santa Chiesa e la Sinagoga.

Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

Col suo ardore smisurato, Maddalena ha contagiato gli apostoli ed essi, associandosi agli stessi sentimenti di amore, timore e speranza, partono con prontezza di spirito. Entrambi di corsa, ma il "discepolo amato" è arrivato per primo.

>Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.

È bene notare quanto siano correlate e coese le virtù che così chiaramente lascia trasparire questo episodio. Sarebbe comprensibile che, di fronte a un così grande avvenimento, San Giovanni entrasse, appena giunto, all’interno del tumulo per valutare la situazione. La curiosità avrebbe dovuto essere incontrollabile. Questo non è accaduto. Con spirito di obbedienza, rispetto e venerazione, si è trattenuto alla porta e sulla soglia, ha osservato a distanza la disposizione delle cose. La verginità conservata con virtù porta chi la possiede ad amare la gerarchia, la disciplina e l’ordine. In quest’occasione, troviamo il primo albore di una sublime aurora della sottomissione di tutta la Cristianità alla più alta autorità eretta da Cristo, sulla terra: il Santo Padre, il Papa.

Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

Questi panni erano il lenzuolo e le bende utilizzate per avvolgere il sacro corpo del Salvatore dopo che era stato tolto dalla croce. Il sudario copriva il suo capo e più particolarmente il volto, che è rimasto sicuramente impresso su questo. Tutto porta a credere che gli angeli devono aver manifestato una particolare devozione a questo lenzuolo che sarebbe passato alla Storia con il nome di Santo Sudario, per cui lo devono aver piegato con cura, collocandolo da parte.

Sono molto curiose e degne di essere apprezzate le considerazioni fatte da San Gregorio Magno a proposito del racconto di San Giovanni contenuto in questi versetti:

Questa descrizione così dettagliata dell’Evangelista non è priva di mistero. San Giovanni, il più giovane dei due, rappresenta la sinagoga giudaica, e Pietro, il più vecchio, la Chiesa universale. Sebbene la Sinagoga dei giudei sia anteriore nel culto divino, la moltitudine dei gentili precede nell’uso del secolo la sinagoga dei giudei. Hanno proceduto entrambe insieme, perché dalla loro nascita fino al loro tramonto, sebbene in direzioni differenti, sono procedute insieme. La sinagoga è arrivata prima al monumento, ma non è entrata; perché, nonostante abbia inteso gli ordini della Legge sulle profezie dell’Incarnazione e Passione e morte del Signore, non ha voluto credere. È arrivato poi Simon Pietro ed è entrato nel sepolcro, perché la Chiesa delle nazioni, che ha seguito l’ultima, ha creduto in Cristo morto nella sua umanità e vivo nella sua divinità. Il sudario, infatti, della testa del Signore, e i misteri della sua divinità sono incomprensibili alla debolezza della nostra intelligenza e superiori alle facoltà della natura umana. Si dice che il sudario è stato trovato non soltanto separato, ma avvolto, perché la benda che serve per avvolgere la testa divina dimostra la sua grandezza, che non ha principio né fine. Questa è, dunque, la ragione per la quale è stato trovato isolato in un altro luogo, perché Dio non si incontra tra le anime che sono divise, e meritano di ricevere la sua grazia soltanto quelle che non vivono disgiunte dallo scandalo delle sette. Ma come la benda che copre la testa degli operai serve per asciugare il sudore, si può intendere col nome di sudario l’opera di Dio che, anche rimanendo tranquillo e immutabile in Se stesso, manifesta che soffre e lavora nella dura perversità degli uomini. Il sudario che era stato sul suo capo, ed è stato trovato a parte, dimostra che la Passione del nostro Redentore è molto differente dalla nostra, perché Egli ha patito senza colpa, e noi per i nostri peccati; Egli si è donato a lei volontariamente, e noi la subiamo contro la nostra volontà. Dopo essere entrato Pietro, è entrato Giovanni, perché alla fine del mondo la Giudea entrerà anche lei nella fede del Salvatore 10.

Prove della Risurrezione

Da quello che si vedeva, Maddalena era stata obiettiva nel suo spettacolare messaggio. Tuttavia, poteva lei aver ragione nel sollevare l’ipotesi di un trafugamento del sacro corpo del Signore? Quale sarebbe stato, in questo caso, l’obiettivo dei ladri? Come avrebbero dominato le guardie? Chi avrebbe eseguito un simile crimine? E se realmente questo fosse accaduto, perché togliere le bende, i lacci e il sudario? Inoltre, che motivo c’era di piegare con cura questi tessuti? La constatazione di tutti questi particolari sarebbe stata sufficiente a loro per concludere la meravigliosa risurrezione del Signore, tale come Egli stesso l’aveva profetizzata, ossia, il terzo giorno.

San Giovanni Crisostomo non dubita nel sottolineare: Questa era una prova di risurrezione, perché se qualcuno lo avesse portato via non avrebbe denudato il suo corpo, e se lo avessero trafugato, i ladri non avrebbero avuto la cura di togliere e avvolgere il sudario, collocandolo in un luogo differente dalle bende, ma avrebbero preso il corpo così come si trovava. San Giovanni aveva già detto che, nel seppellirlo, lo avevano unto con mirra, la quale incolla le bende al corpo; e non si creda in quello che dicono che è stato trafugato, perché il ladro non sarebbe così insensato da occuparsi tanto di una cosa così inutile 11.

Nonostante oggi vediamo con tanta evidenza la logica di tutte queste minuzie, in quell’occasione, i testimoni non hanno fatto la minima riflessione e neppure si sono ricordati delle profezie fatte da Gesù a questo proposito. E’ stata la reazione della natura umana prima di Pentecoste…

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Gli autori divergono sull’interpretazione dell’oggetto della credenza di Giovanni. Alcuni ritengono che lui abbia considerato sufficienti le prove per credere nella resurrezione del Signore. Così fa, per esempio, Teofilo nel commentare: Stupisce in Pietro la prontezza della vita attiva, e in Giovanni la contemplazione umile e pratica delle cose divine. Frequentemente, i contemplativi arrivano con l’umiltà alla conoscenza delle cose divine, ma gli attivi, guidati dalla loro fervida assiduità, arrivano prima all’apice di questa conoscenza 12.

Tuttavia, altri sono del parere che Giovanni abbia creduto a quello che gli aveva detto Maddalena, ossia, che il Sacro Corpo di Gesù era stato trafugato, e nulla più. L’andata al sepolcro sarebbe stata utile alla fin fine per confermarli in quest’idea, il che certamente li ha confermati anche nei timori.

Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

Per trarre ogni profitto da questo versetto, ascoltiamo il commento di D. Isidro Gomay Tomás: La Sacra Scrittura è come una lettera di Dio diretta agli uomini; ma questi non possono interpretarla da soli: hanno bisogno di essere condotti dalla Chiesa, che è l’interprete nata e autorizzata delle Divine Scritture, ed ha per questo la luce e l’assistenza dello Spirito Santo. Per questo, dice Luca (24, 45), Gesù, prima di salire al Cielo, "ha aperto l’intelligenza dei Suoi apostoli affinché comprendessero le Scritture". Non abbiamo, dunque, la presunzione di leggere questi dilettevoli lettere di Dio senza il senso di Dio e senza l’unione con coloro che hanno l’autorità di Dio per interpretarle. Sarebbe condannarci all’ignoranza, chissà a che errori grossolani sul suo contenuto. Questo è il segreto delle cadute di quelli che interpretano le Scritture al di fuori della Chiesa Cattolica 13.

III – La primissima apparizione

I Vangeli tacciono riguardo alla primissima e più importante apparizione di Gesù subito dopo la Sua risurrezione, forse per la discrezione abituale in tanti altri passi. Non sarebbe troppo immaginare che, nella Sua illimitata umiltà, la Santissima Vergine avesse dato agli evangelisti istruzioni ben precise a questo riguardo.

Vi è un principio generale nella Mariologia che riserva alla Madre di Dio il privilegio di aver Lei ricevuto nel più alto grado, tutti i doni e benefici conferiti ai santi e che Le siano convenienti. Ora, non avrebbe avuto senso che il Salvatore fosse apparso agli apostoli, discepoli e sante donne, senza aver dato la precedenza alla Santissima Vergine. Possiamo ben concepire la grandezza di quell’incontro tra la Madre e il Figlio risuscitato… Che Lei interceda per la nostra risurrezione in stato glorioso.

 

 


1) AQUINO, San Tommaso di. Summa Teologica III, q. 53, a.1 a

2) Questo è il giorno che il Signore ha fatto per noi. Rallegriamoci e in esso esultiamo! (Sal 117, 24).

3) TERTULLIANO, Quinto Septimio Florens, De idolatria, cap. 14.

4) AQUINO, San Tommaso di. Ibidem, q. 53, a. 1 c.

5) Dalla 1ª lettura di oggi: At 10, 40-41.

6) Apud AQUINO, San Tommaso di. Catena Aurea.

7) Ibidem.

8) GOMÁ Y TOMÁS, Dr. D. Isidro. El Evangelio explicado. Barcelona: Rafael Casulleras, 1930, v. IV, p. 441.

9) CRISOSTOMO, San Giovanni apud AQUINO, San Tommaso di. Catena Aurea.

10) AQUINO, San Tommaso di. Catena Aurea.

11) Idem, ibidem.

12) Idem, ibidem.

13) Idem, ibidem, p. 442.